ibrido
Ci sono parole che vanno di moda. Una di queste è senz’altro “ibrido”. In questo momento è tanto in voga che la si incontra più volte, in vari contesti. A lungo è rimasta relegata nel lessico della scienza, soprattutto a proposito di incroci tra animali diversi o diverse specie di vegetali. Ultimamente è riemersa con forza, a proposito delle automobili, a significare una doppia alimentazione, con la diffusione dei motori elettrici abbinati a quelli tradizionali a scoppio. Infine ha fatto la sua comparsa in ambito culturale.
La sua origine è greca. Ibrido deriva da hybris. Vocabolo che da subito denuncia qualcosa di anomalo. Una forzatura legata allo spirito aspro sulla prima lettera, che viene tradotto in una aspirazione (nella pronuncia) e con un’h (nella traslitterazione). Il Rocci, mitico vocabolario Greco-Italiano che tanti pensieri addusse ai liceali di svariate generazioni, offre come al solito numerosi e affascinanti significati, tutti storicamente documentati. Come a dire che le parole mutano con il mutare dei tempi e dell’uso che se ne fa. Dunque, hybris significa: “Insolenza; tracotanza; alterigia; violenza; prepotenza; petulanza”. Sottolinea, insomma, una serie di alterazioni ottenute con un intervento. Una violenza, perpetrata con intenzione altera e tracotante.
Il frutto di questa azione è l’ibridazione: l’alterazione di un dato di fatto, la rottura di uno schema acquisito. Così, in natura si ottengono numerosi risultati. Per restringere il campo a quelli ottenuti dall’uomo, ecco la moltiplicazione degli animali conosciuti (L’elenco è tratto da Wikipedia):
- Ara catalina – incrocio tra un maschio di ara scarlatta (Ara macao) e una femmina di ara giacinto (Anodorhynchus hyacinthinus).
- Bardotto – incrocio tra un cavallo e un’asina.
- Beefalo – incrocio tra il bovino domestico, Bos taurus, e il bisonte americano.
- Cama – incrocio tra un lama e un cammello.
- Chimera capra-pecora – chimera tra la capra e la pecora.
- Coyote ibrido – ibrido cane-coyote.
- Coywolf – incrocio tra il coyote e il lupo.
- Dzo – incrocio tra uno yak e una mucca.
- Galatiel – incrocio tra un calopsite (Nymphicus hollandicus) e un cacatua roseicapilla (Eolophus roseicapilla).
- Ibrido grizzly-orso polare – incrocio tra un orso grizzly e un orso polare.
- Huarizo – incrocio tra un lama e un’alpaca.
- Hybrid Iguana – incrocio tra un’iguana marina (Amblyrhynchus cristatus) e un’iguana terricola delle Galapagos (Conolophus subcristatus).
- Ibrido capra-pecora – incrocio tra la capra e la pecora.
- Incardellato o mule – ibrido tra un canarino e un cardellino.
- Iosto – incrocio tra pecora sarda e muflone.[3]
- Giagupardo – incrocio tra leopardo e giaguaro.
- Giaguone – incrocio tra leone femmina e giaguaro maschio.
- Leopone – incrocio tra un maschio di leopardo e una femmina di leone.
- Ligre – incrocio tra un maschio di leone e una femmina di tigre.
- Lupo ibrido – incrocio tra un maschio di cane e una femmina di lupo selvatica
- Mulo – incrocio tra un asino e una cavalla.
- Pumapardo – incrocio tra un puma e un leopardo.
- Sciacallo ibrido – incrocio tra lo sciacallo dorato e un cane.
- Tigone – incrocio tra un maschio di tigre e una femmina di leone.
- Ibrido Tursiope-Delfino comune – incrocio tra un Tursiops truncatus e un Delphinus delphis.
- Ibrido Tursiope-Stenella – incrocio tra un Tursiops truncatus e una Stenella frontalis.
- Wholphin-tursiope – incrocio tra un wholphin femmina e un maschio di tursiope (è per 3/4 un tursiope e per 1/4 pseudorca).
- Wholphin – incrocio tra un maschio di pseudorca e una femmina di tursiope.
- Yakalo – incrocio tra uno yak e un bisonte americano.
- Zebrallo – incrocio tra una zebra e un cavallo.
- Zonkey – incrocio tra una zebra e un asino.
- Zony – incrocio tra zebra e pony.
- Zubron – incrocio tra il bovino domestico, Bos taurus, e un bisonte europeo.
- Ciclide pappagallo – incrocio tra dei pesci.
- Gertolone – incrocio tra un Anas platyrhynchos e un Anas clypeata
- Jaguay – incrocio tra un jaguapitango e un Lycalopex aguarachay.
- Servical – incrocio tra caracal femmina e un serval maschio; l’incrocio inverso da un caraval.
Nel campo automobilistico l’elenco delle auto ibride si allunga di giorno in giorno, grazie alla necessità, ormai diffusa in tutto il mondo e accettata dall’industria, di immettere sul mercato modelli sempre meno inquinanti. Grosso modo, per evitare pubblicità indebite, ci limitiamo a tre grandi categorie: le auto mild-hybrid, le full-hybrid e le plug-in hybrid.
Interessante invece annotare che l’ibridazione ha conquistato nuove frontiere. Il 6 novembre 2020, per esempio, su Repubblica è apparsa per la prima volta la definizione di “redazione ibrida”, che Enrico Franceschini, corrispondente da Londra per quel giornale, ha preso da un rapporto del Reuters Institute for the Study of Journalism presso l’Università di Oxford. Tema dell’articolo, e dello studio, la nascita di una nuova organizzazione del lavoro nei giornali, a causa del Covid-19. La pandemia avrebbe costretto a diffondere sempre più il lavoro a casa, limitando la presenza dei giornalisti in redazione. Anche in questo caso, è evidente la hybris: una distorsione a tal punto violenta ed efficace, da determinare un ripensamento sull’organizzazione del lavoro. È solo il caso di sottolineare come gli editori più veloci nel cogliere i mutamenti siano già passati a decidere di ridimensionare gli spazi redazionali: non più una scrivania e un computer per ciascun redattore, ma punti di accesso per i portatili dei pochi redattori di volta in volta chiamati a scrivere dai capiredattori.
Siamo, insomma, entrati – volenti o nolenti – nella cosiddetta “Età ibrida”, come segnalano Ayesha Khanna e Parag Khanna nel loro libro sul potere della tecnologia nella competizione globale (Codice edizioni).